Il pianoforte verticale, detto anche a muro si distingue da quello a coda per la posizione della cassa acustica e delle corde che sono distribuite appunto verticalmente. Ciò fa si che lo renda in qualche modo poco ingombrante, rispetto a quello a coda e sostanzialmente è il vero motivo per il quale esso viene preferito. L'ampiezza e la profondità di suono è ovviamente diversa rispetto a quello orizzontale che grazie alla dimensione della sua cassa di risonanza, risulta essere maggiore. Il migliore pianoforte acustico verticale, o quantomeno quello più conosciuto è lo Yamaha U3, diventato quasi uno standard soprattutto per chi è alle prime armi e anche perchè è in qualche modo "accessibile" a livello di prezzo. Da notare la presenza nella maggiorparte dei pianoforti verticali, di un pedale nel mezzo, detto anche sordina, che permette di "ovattare" il suono tramite un tessuto che si interpone tra le corde, permettendo quindi lo studio senza disturbare troppo i vicini di casa.
Pianoforti Acustici
Il primo pianoforte acustico vero e proprio nacque alla fine del Seicento a opera di un costruttore italiano, Bartolomeo Cristofori.
Prima di allora lo strumento a tastiera più diffuso era il clavicembalo, che tuttavia aveva un funzionamento completamente diverso: nel clavicembalo le corde vengono pizzicate dal meccanismo interno, mentre nel pianoforte sono percosse da dei martelletti. Questa differenza consente di controllare la dinamica del suono, permettendo di suonare appunto sia piano che forte.
Nel corso del Settecento il pianoforte acustico si diffuse rapidamente in tutta Europa, per arrivare nell'Ottocento a superare la diffusione del cugino clavicembalo. Il pianoforte divenne così il protagonista assoluto della musica classica, un ruolo che mantiene ancora oggi, restando sempre al primo posto nell'immaginario collettivo come strumento musicale per antonomasia.