Chitarra semiacustica: cos’è e perché comprarla

La chitarra semiacustica è spesso confusa con la chitarra acustica, ma è uno strumento con caratteristiche diverse. Questo articolo offre una panoramica approfondita della storia della chitarra semiacustica, fornendo informazioni utili per coloro che stanno considerando l'acquisto.
Chitarra semiacustica: cos’è e perché comprarla
7 maggio 2018

“un’unica sintesi fra una chitarra elettrica a cassa piena e a cassa vuota, adatta allo stesso modo al jazz più sofisticato o all’alto volume del rock’n’roll” (Paul Trynka)

Spesso con “chitarra semiacustica” s’intende erroneamente una qualsiasi chitarra acustica. È offensivo sia per i musicisti che per la chitarra in sé, la cui storia è strettamente legata alle migliori invenzioni del novecento e un po’ di rispetto se lo merita, visto che potrebbe essere il tuo prossimo acquisto.

Prima delle chitarre semiacustiche

Lo scorso secolo è stato costellato di grandi invenzioni e sperimentazioni, consacrando la chitarra elettrica a regina indiscussa della musica contemporanea. L’incontro tra chitarra ed elettricità è stato tanto utile per la musica quanto per l’evoluzione dello strumento, le cui necessità hanno, di volta in volta, rimescolato tutte le carte in tavola.

Per non complicare troppo le cose con inutili tecnicismi cercherò di riassumere in modo semplice i passaggi principali della nascita della chitarra semiacustica.

L’esigenza di amplificare una chitarra portò all’utilizzo di pick up magnetici, che potessero captare le vibrazioni prodotte dalle corde ed emetterle sotto forma di segnale elettrico all’amplificatore. Già negli anni trenta i primi esperimenti furono praticamente un successo, nonostante il grosso problema della cassa armonica. Infatti le prime chitarre elettrificate erano chitarre acustiche, le cui risonanze portavano a un’inevitabile effetto Larsen, tra fischi e difficoltà di gestione del suono amplificato.

La necessità di migliorarne l’amplificazione portò le case produttrici a sostituire la cassa armonica vuota con un corpo intero, così nacque la solid body, e con lei la possibilità di costruire chitarre con forme e materiali di ogni tipo. Siamo a ridosso degli anni ’50 e le più famose aziende di strumenti musicali produrranno in pochi anni i modelli di chitarra elettrica che cambieranno la storia, come la Gibson Les Paul (1952) e la Fender Stratocaster (1954).

Il colpo di genio

Più volume, ci vuole ancora più volume.

All’inizio del Novecento i chitarristi volevano un volume più alto e durante questa disperata ricerca nacque la chitarra acustica che portò alle sperimentazioni più fantasiose, tra cui la fortunata chitarra elettrica solid body. Queste “diavolerie coi pick up” però soffrivano di numerosi problemi.

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Gibson è riuscita, verso la fine degli anni ’50, ad accaparrarsi la paternità della prima chitarra semiacustica unendo una chitarra acustica ad una chitarra elettrica, sfruttando l’uso di pick up e la cassa Thinline. La cosa che rese la semiacustica un vero punto di svolta è la presenza di un blocco di legno all’interno della sezione centrale della cassa armonica. Il risultato era quindi una chitarra semi-vuota che suonava a buoni volumi anche non amplificata, senza feedback e fischi vari ed eventuali in caso di amplificazione.

Cos’è una chitarra semiacustica?

Al di là delle magnifiche buche ad “f”, al posto della cavità tonda di chitarre classiche e acustiche, in quale altro modo si può definire una chitarra semiacustica?

Una chitarra semiacustica è una chitarra elettrica con delle cavità al posto dell’intero corpo solido o è una chitarra acustica con una cassa armonica più piccola? Non è né elettrica, né acustica, si sa soltanto quello che non è.

Tuttavia il mantenimento del sound caldo e naturale della chitarra acustica con le ampie possibilità di amplificazione dei pick up senza il problema di fastidiosi fischi permise alle chitarre semiacustiche di prosperare e ricavarsi una fetta di mercato che è rimasta intatta fino al giorno d’oggi, nonostante le più recenti tecnologie rendano le chitarre acustiche molto più stabili, proprio grazie alle differenze di suono tra le due categorie.

Categorie di chitarra semiacustica

Dire chitarra semiacustica è un po’ come dire chitarra elettrica, ce ne sono diversi tipi e il suono può variare sensibilmente anche a seconda della casa produttrice. Per farla breve, ci sono tre tipi di chitarre semiacustiche:

Le Archtop sono le chitarre jazz per eccellenza, nate dalla sapiente conoscenza della liuteria del sud-Italia con la tradizione degli strumenti ad arco (sintetizzando di molto). Le differenze stanno nella tavola, arcuata durante la lavorazione per compressione o grazie ad intagli, il cui top vibra amplificando il suono delle corde. I chitarristi jazz e quelli maggiormente interessati al volume e alla risposta dello strumento sono quelli che hanno solitamente più interesse verso questa categoria.

Le elettriche hollow body hanno il pick up incastonato sul top, più robusto e pesante, smorzando le vibrazioni e producendo un volume nettamente inferiore rispetto alle archtop. Le frequenze alte risultano molto più deboli, quelle medie meno presenti e quelle basse predominanti, rendendo il suono più caldo e dolce, il volume senza amplificazione più basso e ne risulta una chitarra meno prestante per il jazz e più indicata per generi quali pop, rock e affini.

Un’ulteriore evoluzione e un passo in avanti per la parte elettrica delle chitarre semiacustiche, le semihollow body hanno lateralmente delle zone cave in prossimità delle buche ad “f”e tutto il resto è pieno. Lo spessore del body è ridotto, molto simile a un’elettrica, facendone calare nettamente il volume da spenta ma stabilizzandone l’amplificazione.

Tutto questo a grandi linee. Sì, perché un chitarrista esperto o un liutaio specializzato sarebbe in grado di trovare delle grosse imprecisioni o ulteriori specifiche che, in questa sede, non servono a molto. Voglio farti capire in modo semplice se può esserti utile una chitarra semiacustica, e se vale la pena di fare un acquisto in questa direzione!

Perché comprare una chitarra semiacustica?

Una chitarra semiacustica tende ad essere usata soprattutto per “swingare” nel jazz per il suono caldo che ne deriva, anche se, come già detto, ultimamente viene spesso utilizzata anche per pop, rock e, in alcuni casi, anche in sottogeneri più estremi, grazie alla sua maggiore capacità di “fischiare” se sollecitata in un certo modo.

Il timbro particolare di una chitarra semiacustica è la ragione per cui, a oltre settant’anni dalla prima mai costruita, sono ancora prodotte. Se hai bisogno di una chitarra che abbia, in generale, un suono più denso e incisivo di una chitarra elettrica solid body pur mantenendo caratteristiche di amplificazione ottimali allora può essere che la tua direzione verso le chitarre semiacustiche sia giustificata.

Le chitarre semiacustiche non sono economiche. Alcune più di altre sì, ma sono adatte a chitarristi con qualche anno di esperienza sulle spalle, che decidono di fare un salto di qualità e approdare a un sound più specifico e particolare. Presta molta attenzione anche a questo fattore, se hai appena cominciato a suonare forse una chitarra semiacustica non fa per te (anche se non si può mai dire).

Allora, parliamoci chiaro, quanto sono belle quelle buche a “f”? L’estetica particolare di queste chitarre, a cavallo tra una chitarra elettrica e un’acustica, con quel suo tono vintage, rende questa categoria appetibile per molti altri generi più moderni rispetto al jazz. Vuoi sapere cosa penso io? Con una chitarra semiacustica non potrai mai fare brutta figura.

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