La chitarra elettrica è uno strumento musicale che rientra nella categoria dei cordofoni ed è composto dal corpo (o cassa armonica), il manico (con la tastiera), la paletta, il ponte e la parte elettronica. Il corpo è una parte molto importante: il legno scelto per la costruzione e l'assemblaggio è decisivo per determinare la qualità e l'originalità del suono. Tra i più diffusi troviamo il mogano, l'ontano, il frassino e l'acero.
Altro elemento rilevante su cui porre molta attenzione è la tastiera. Questa parte dello strumento "accoglie" le dita che dovranno formare gli accordi, oppure le singole note nelle parti soliste. La mano dell'esecutore deve essere completamente a suo agio in tutte le parti, sia nella zona vicino alla paletta - dove ci sono le note più gravi - sia nella parte vicino alla cassa armonica - dove sono poste le note più acute. I legni più utilizzati sono il palissandro e l'acero.
Il movimento sulla tastiera deve essere fluido e scorrevole anche in relazione al tipo di musica che vorrai suonare. Per generi musicali come il rock e il blues vi consigliamo una chitarra elettrica con il corpo non molto grande e leggero, mentre per il jazz è preferibile una semi-acustica, ovvero uno strumento che, a differenza delle solid-body, ha il corpo più esteso e con una cavità per aumentare la risonanza (sustain). Le chitarre semi-acustiche possono essere di due tipologie: le "hollow"; completamente cave all'interno del body e le "semi-hollow"; che includono una parte centrale di legno pieno posto all'interno del corpo parallelamente al ponte e pickup per ridurre la possibilità di fastidiosi feedback. La regina di questo tipo di chitarre è la Gibson ES-335; utilizzata largamente anche per blues e rock. Per il jazz puro la chitarra che ne ha fatto la storia è la archtop; una chitarra derivata dall'acustica con l'aggiunta dell'elettronica dei pickup. Lo spessore è quello generoso di una chitarra acustica, che permette le sfumature sonore avvolgenti tipiche del genere jazz. Anche per questa tipologia di chitarre, Gibson ha fatto storia. Come dimenticare la splendida ES-175, che dal 1949 è stata utilizzata dai migliori jazzisti di tutto il mondo e che rappresenta la chitarra elettrica più longeva di tutta la storia; essendo ancor oggi in produzione.
I pick up sono fondamentali in quanto traducono in suono le vibrazioni delle corde e, in linea generale, si possono dividere in due grandi categorie: I pick up single-coil e i pick up humbucker. I primi, resi famosi dalla casa statunitense Fender®, sono costituiti da una bobina di filo sottilissimo avvolto intorno ad un certo numero di magneti. La sonorità che ne deriva è brillante, pulita e ben definita. I secondi, resi famosi dalla casa statunitense Gibson®, sono costituiti da due single-coil ma con le bobine invertite elettricamente e magneticamente una rispetto all'altra. Inoltre l'avvolgimento prevede un filo più spesso. La sonorità derivata è piena, calda e "pastosa". In base all'utilizzo della chitarra saranno consigliabili maggiormente i primi o i secondi per ottenere una resa sonora ottimale.
La scelta dello strumento è molto personale e deve basarsi sul genere musicale di riferimento e su tutti i molteplici aspetti di gusto che sono propri di ogni persona.
Ora veniamo al suono: l'aspetto fondamentale per ogni musicista. Oltre alle dimensioni del corpo, il suono si crea facendo attenzione alla parte elettronica - pick up - e ovviamente alla scelta del tipo di amplificatore da impiegare. Amplificatori Vox, Marshall e Fender sono particolarmente indicati per generi come il rock o il blues. Se invece, per esempio, c'è l'intenzione di approcciarsi al jazz, i migliori amplificatori per questo tipo di sound sono Music Man, Roland e Yamaha. Gli amplificatori qualitativamente più funzionali sono i valvolari che donano un suono articolato, fedele e avvolgente. Sono anche i più fragili e vanno curati maggiormente rispetto agli amplificatori transistor (o solid state) che non utilizzano preziose valvole, ma che sono in grado di riprodurre sonorità molto valide; specialmente nei puliti. Una terza tipologia di amplificatori per chitarra elettrica è il cosiddetto modelling; capace di emulare, attraverso suoni campionati, molte sfumature sonore derivanti da effetti o timbriche note di amplificatori che hanno fatto la storia.
Dopo aver scelto il miglior sistema di amplificazione (ricordate sempre che il gusto personale è molto importante), occorre porre l'attenzione sugli effetti a pedale da utilizzare: dal distorsore, all'overdrive, al chorus, al flanger, all'eco, al riverbero, al delay sino al leggendario wah-wah, impiegato per la prima volta nel rock da Jimi Hendrix. Altro mago dell'effettistica è The Edge, chitarrista degli U2, che ha fatto del delay in particolare, non soltanto un utilizzo di sfumatura sonora; ma bensì uno strumento vero e proprio.
Infine, rimane l'ultimo elemento da scegliere ma che influisce sul suono della tua chitarra elettrica: il plettro. Quelli più duri sono indicati se vorrai suonare l'heavy metal o il blues, quelli più morbidi se invece ti confronterai con il folk-rock.
Moltissime sono le variabili in gioco; non resta altro che fare pratica esplorando questo affascinante mondo.
5 febbraio 2016
La chitarra elettrica è uno strumento musicale che rientra nella categoria dei cordofoni ed è composto dal corpo (o cassa armonica), il manico (con la tastiera), la paletta, il ponte e la parte elettronica. Il corpo è una parte molto importante: il legno scelto per la costruzione e l'assemblaggio è decisivo per determinare la qualità e l'originalità del suono. Tra i più diffusi troviamo il mogano, l'ontano, il frassino e l'acero.
Altro elemento rilevante su cui porre molta attenzione è la tastiera. Questa parte dello strumento "accoglie" le dita che dovranno formare gli accordi, oppure le singole note nelle parti soliste. La mano dell'esecutore deve essere completamente a suo agio in tutte le parti, sia nella zona vicino alla paletta - dove ci sono le note più gravi - sia nella parte vicino alla cassa armonica - dove sono poste le note più acute. I legni più utilizzati sono il palissandro e l'acero.
Il movimento sulla tastiera deve essere fluido e scorrevole anche in relazione al tipo di musica che vorrai suonare. Per generi musicali come il rock e il blues vi consigliamo una chitarra elettrica con il corpo non molto grande e leggero, mentre per il jazz è preferibile una semi-acustica, ovvero uno strumento che, a differenza delle solid-body, ha il corpo più esteso e con una cavità per aumentare la risonanza (sustain). Le chitarre semi-acustiche possono essere di due tipologie: le "hollow"; completamente cave all'interno del body e le "semi-hollow"; che includono una parte centrale di legno pieno posto all'interno del corpo parallelamente al ponte e pickup per ridurre la possibilità di fastidiosi feedback. La regina di questo tipo di chitarre è la Gibson ES-335; utilizzata largamente anche per blues e rock. Per il jazz puro la chitarra che ne ha fatto la storia è la archtop; una chitarra derivata dall'acustica con l'aggiunta dell'elettronica dei pickup. Lo spessore è quello generoso di una chitarra acustica, che permette le sfumature sonore avvolgenti tipiche del genere jazz. Anche per questa tipologia di chitarre, Gibson ha fatto storia. Come dimenticare la splendida ES-175, che dal 1949 è stata utilizzata dai migliori jazzisti di tutto il mondo e che rappresenta la chitarra elettrica più longeva di tutta la storia; essendo ancor oggi in produzione.
I pick up sono fondamentali in quanto traducono in suono le vibrazioni delle corde e, in linea generale, si possono dividere in due grandi categorie: I pick up single-coil e i pick up humbucker. I primi, resi famosi dalla casa statunitense Fender®, sono costituiti da una bobina di filo sottilissimo avvolto intorno ad un certo numero di magneti. La sonorità che ne deriva è brillante, pulita e ben definita. I secondi, resi famosi dalla casa statunitense Gibson®, sono costituiti da due single-coil ma con le bobine invertite elettricamente e magneticamente una rispetto all'altra. Inoltre l'avvolgimento prevede un filo più spesso. La sonorità derivata è piena, calda e "pastosa". In base all'utilizzo della chitarra saranno consigliabili maggiormente i primi o i secondi per ottenere una resa sonora ottimale.
La scelta dello strumento è molto personale e deve basarsi sul genere musicale di riferimento e su tutti i molteplici aspetti di gusto che sono propri di ogni persona.
Ora veniamo al suono: l'aspetto fondamentale per ogni musicista. Oltre alle dimensioni del corpo, il suono si crea facendo attenzione alla parte elettronica - pick up - e ovviamente alla scelta del tipo di amplificatore da impiegare. Amplificatori Vox, Marshall e Fender sono particolarmente indicati per generi come il rock o il blues. Se invece, per esempio, c'è l'intenzione di approcciarsi al jazz, i migliori amplificatori per questo tipo di sound sono Music Man, Roland e Yamaha. Gli amplificatori qualitativamente più funzionali sono i valvolari che donano un suono articolato, fedele e avvolgente. Sono anche i più fragili e vanno curati maggiormente rispetto agli amplificatori transistor (o solid state) che non utilizzano preziose valvole, ma che sono in grado di riprodurre sonorità molto valide; specialmente nei puliti. Una terza tipologia di amplificatori per chitarra elettrica è il cosiddetto modelling; capace di emulare, attraverso suoni campionati, molte sfumature sonore derivanti da effetti o timbriche note di amplificatori che hanno fatto la storia.
Dopo aver scelto il miglior sistema di amplificazione (ricordate sempre che il gusto personale è molto importante), occorre porre l'attenzione sugli effetti a pedale da utilizzare: dal distorsore, all'overdrive, al chorus, al flanger, all'eco, al riverbero, al delay sino al leggendario wah-wah, impiegato per la prima volta nel rock da Jimi Hendrix. Altro mago dell'effettistica è The Edge, chitarrista degli U2, che ha fatto del delay in particolare, non soltanto un utilizzo di sfumatura sonora; ma bensì uno strumento vero e proprio.
Infine, rimane l'ultimo elemento da scegliere ma che influisce sul suono della tua chitarra elettrica: il plettro. Quelli più duri sono indicati se vorrai suonare l'heavy metal o il blues, quelli più morbidi se invece ti confronterai con il folk-rock.
Moltissime sono le variabili in gioco; non resta altro che fare pratica esplorando questo affascinante mondo.