Corno francese: una lunga storia

Strumento aerofono facente parte della categoria degli ottoni a bocchino, il corno francese nasce, così come lo conosciamo noi, nella seconda metà del Seicento. Prima di questa evoluzione si può parlare di corno naturale o corno da caccia: uno strumento consistente in tubi metallici ritorti e la parte finale svasata, la campana.

 

Il corno francese alle sue origini

Come il corno francese odierno, questo strumento prevedeva il bocchino ma, con il fatto che il suonatore nel frattempo aveva un cavallo da gestire, lo strumento veniva impugnato nella parte di tubo vicino all’imboccatura, avvinghiando il resto intorno al braccio. Data la lunghezza del canneggio, le dimensioni ridotte dell’imboccatura e l’assenza di valvole, lo strumento poteva produrre solo gli armonici naturali, quindi più acuti e ravvicinati tra loro.

Prima del corno da caccia in ottone, troviamo strumenti ancestrali che venivano semplicemente ricavati da corna vaccine.

L’evoluzione del corno francese

I dettagli del passaggio del corno francese da corno da caccia a strumento d’arte non sono indicati da nessuna parte. Quasi certamente la trasformazione avvenne in Francia (per aumentare la confusione, sappiamo che in Inghilterra lo strumento veniva chiamato French Horn, ma allo stesso tempo il corno era molto raro in Francia e prendeva il nome di cor allemand).

 

Dalla metà del Seicento il corno francese si sviluppò su diversi aspetti per arrivare alla sua versione “definitiva” un centinaio di anni più tardi. I cambiamenti più sostanziali: si passa da un canneggio corto a un canneggio più lungo, da un diametro ampio del tubo a un diametro stretto, da un canneggio puramente conico ad uno in parte conico e in parte cilindrico, da un padiglione (o campana) piccolo a un padiglione ampio e svasato, da un bocchino a tazza (come quello delle trombe) al bocchino a imbuto proprio del corno francese.

Questi cambiamenti formali influirono inevitabilmente anche sul suono stesso prodotto dallo strumento: se prima l’estensione del corno francese era limitata all’ottavo armonico, passò a un’estensione più ampia che riusciva a raggiungere almeno il sedicesimo armonico; da un timbro che ricordava quello della cornetta e della tromba a quello pastoso e malinconico del corno che conosciamo.

Il corno francese oggi

Uno degli elementi più caratteristici dello strumento è l’uso della mano destra: infatti la posizione classica del suonatore prevede la mano sinistra impegnata a destreggiarsi con i tasti, mentre la destra sorregge lo strumento. In realtà è proprio la mano destra che conferisce al corno francese il suo inconfondibile suono ovattato: cambiando la posizione all’interno della campana si può scurire il suono ottenendo l’effetto stoppato della sordina e correggere l’intonazione.

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lo sconto è valido per nuovi clienti e ordini sopra i 100,00 € entro il 30.06.2018

Corno francese: una lunga storia
19 agosto 2016

Strumento aerofono facente parte della categoria degli ottoni a bocchino, il corno francese nasce, così come lo conosciamo noi, nella seconda metà del Seicento. Prima di questa evoluzione si può parlare di corno naturale o corno da caccia: uno strumento consistente in tubi metallici ritorti e la parte finale svasata, la campana.

 

Il corno francese alle sue origini

Come il corno francese odierno, questo strumento prevedeva il bocchino ma, con il fatto che il suonatore nel frattempo aveva un cavallo da gestire, lo strumento veniva impugnato nella parte di tubo vicino all’imboccatura, avvinghiando il resto intorno al braccio. Data la lunghezza del canneggio, le dimensioni ridotte dell’imboccatura e l’assenza di valvole, lo strumento poteva produrre solo gli armonici naturali, quindi più acuti e ravvicinati tra loro.

Prima del corno da caccia in ottone, troviamo strumenti ancestrali che venivano semplicemente ricavati da corna vaccine.

L’evoluzione del corno francese

I dettagli del passaggio del corno francese da corno da caccia a strumento d’arte non sono indicati da nessuna parte. Quasi certamente la trasformazione avvenne in Francia (per aumentare la confusione, sappiamo che in Inghilterra lo strumento veniva chiamato French Horn, ma allo stesso tempo il corno era molto raro in Francia e prendeva il nome di cor allemand).

 

Dalla metà del Seicento il corno francese si sviluppò su diversi aspetti per arrivare alla sua versione “definitiva” un centinaio di anni più tardi. I cambiamenti più sostanziali: si passa da un canneggio corto a un canneggio più lungo, da un diametro ampio del tubo a un diametro stretto, da un canneggio puramente conico ad uno in parte conico e in parte cilindrico, da un padiglione (o campana) piccolo a un padiglione ampio e svasato, da un bocchino a tazza (come quello delle trombe) al bocchino a imbuto proprio del corno francese.

Questi cambiamenti formali influirono inevitabilmente anche sul suono stesso prodotto dallo strumento: se prima l’estensione del corno francese era limitata all’ottavo armonico, passò a un’estensione più ampia che riusciva a raggiungere almeno il sedicesimo armonico; da un timbro che ricordava quello della cornetta e della tromba a quello pastoso e malinconico del corno che conosciamo.

Il corno francese oggi

Uno degli elementi più caratteristici dello strumento è l’uso della mano destra: infatti la posizione classica del suonatore prevede la mano sinistra impegnata a destreggiarsi con i tasti, mentre la destra sorregge lo strumento. In realtà è proprio la mano destra che conferisce al corno francese il suo inconfondibile suono ovattato: cambiando la posizione all’interno della campana si può scurire il suono ottenendo l’effetto stoppato della sordina e correggere l’intonazione.

Stai cercando un corno francese? Consulta lo store Dampi e scegli lo strumento che fa per te!

 


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